SANTA MARIA DI LEUCA, FINIBUS TERRAE
ORIGINI
Santa Maria di Leuca, il nome ha origine greca e significa “bianco”, ma non si sa con esattezza per quale motivo. La collocazione geografica di Santa Maria di Leuca ne ha fatto un luogo con forti sfumature religiose già da età antica, come attestano i resti all’interno della Grotta Porcinara (ossa di animali sacrificati ed iscrizioni greche e messapiche). Il luogo in seguito viene dedicato alla dea Minerva che qui aveva un tempio. Continua in età cristiana la connotazione religiosa ed oggi è meta di pellegrinaggi durante tutto l’anno. Si racconta che sia stato San Pietro, meravigliato dalla bellezza del luogo, a dedicarlo alla Vergine Maria, iniziando la predicazione lì dove oggi sorge la cosiddetta croce pietrina, come ricorda anche un’epigrafe posto sulla porta centrale dell’atrio.
Terra di frontiera, finibus terrae, l’estremo tacco d’Italia è un’area incredibilmente ricca e complessa. Abbiamo compreso in questa zona anche la costa adriatica a sud di Otranto, a partire da Santa Cesarea Terme e Castro, collocate su quella strada litoranea, a picco sul mare, considerata una delle strade più belle d’Italia, che piano piano, tra innumerevoli tornanti, porta a giungere proprio nell’estremo sud della penisola. È un’area estremamente ricca di storia, di civiltà, con testimonianze archeologiche e artistiche di secoli diversi, dalle grotte, rifugio naturale dei primi abitanti del Salento in età preistorica, passando per la mitologia greca, immaginando Enea che sbarca in queste terre, forse a Castro, in fuga da Troia, per dare inizio a quella che sarà la grande storia di Roma, passando poi per i Messapi e i Romani.
E’ stata una Terra particolarmente esposta ad attacchi nemici, come dimostrano le numerose torri che ancora possiamo osservare percorrendo la costa, sia sullo Ionio che sull’Adriatico.
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IL CENTRO STORICOLuogo di fede è il Santuario di Santa Maria di Leuca, ma di una religiosità molto più antica che ha le radici in età messapica e forse anche prima, come attesta il grande altare all’interno della Grotta Porcinara. Luogo di passaggio e di rifugio per i tanti cristiani e per i monaci provenienti dall’Oriente che seguendo quella che viene chiamata la “via dei pellegrini”, verso nord, lasciarono però importanti tracce, come insediamenti rupestri, cripte e chiese.
La Basilica di Santa Maria de finibus terrae viene costruita nell’aspetto attuale a scopo difensivo tra il 1720 e il 1755 per volere di monsignor Giovanelli Giannelli, dopo aver subito nel tempo numerosi attacchi e razzie. La facciata presenta infatti il tipico stile austero delle architetture militari e tale doveva sembrare a chi giungesse dal mare. Tale facciata nasconde all’interno quella più antica con un portale del ‘500-‘600.
La chiesa, a croce latina ed unica navata, presenta un grande atrio rettangolare collegato con delle scale al Palazzo Vescovile. A destra vi è un altare pagano, mentre a sinistra è collocata una lapide in bronzo che racconta di un incrociatore morto in mare nei pressi di Santa Maria di Leuca. Lo stile interno è molto sobrio; sopra l’altare maggiore è collocata un’immagine della Vergine. Gli altri sei altari sono intitolati a San Francesco da Paola, San Giovanni Labre, La Sacra famiglia, l’Annunziata, San Pietro e San Giovanni Nepomuceno. Al termine della navata è il pulpito in pietra con lo stemma del vescovo Giannelli e la rappresentazione di una scena del crollo del tempio mentre appariva San Pietro.
Davanti alla chiesa è possibile osservare il faro, alto 47 m, ed una croce in carparo dell’anno del Giubileo del 1900. Nel piazzale troviamo due colonne: una è simbolo dell’acquedotto pugliese, mentre l’altra, con capitello corinzio, ricorda la predicazione di San Pietro.
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SANTA MARIA DI LEUCA, FINIBUS TERRAE
ORIGINI
Santa Maria di Leuca, il nome ha origine greca e significa “bianco”, ma non si sa con esattezza per quale motivo. La collocazione geografica di Santa Maria di Leuca ne ha fatto un luogo con forti sfumature religiose già da età antica, come attestano i resti all’interno della Grotta Porcinara (ossa di animali sacrificati ed iscrizioni greche e messapiche). Il luogo in seguito viene dedicato alla dea Minerva che qui aveva un tempio. Continua in età cristiana la connotazione religiosa ed oggi è meta di pellegrinaggi durante tutto l’anno. Si racconta che sia stato San Pietro, meravigliato dalla bellezza del luogo, a dedicarlo alla Vergine Maria, iniziando la predicazione lì dove oggi sorge la cosiddetta croce pietrina, come ricorda anche un’epigrafe posto sulla porta centrale dell’atrio.
Terra di frontiera, finibus terrae, l’estremo tacco d’Italia è un’area incredibilmente ricca e complessa. Abbiamo compreso in questa zona anche la costa adriatica a sud di Otranto, a partire da Santa Cesarea Terme e Castro, collocate su quella strada litoranea, a picco sul mare, considerata una delle strade più belle d’Italia, che piano piano, tra innumerevoli tornanti, porta a giungere proprio nell’estremo sud della penisola. È un’area estremamente ricca di storia, di civiltà, con testimonianze archeologiche e artistiche di secoli diversi, dalle grotte, rifugio naturale dei primi abitanti del Salento in età preistorica, passando per la mitologia greca, immaginando Enea che sbarca in queste terre, forse a Castro, in fuga da Troia, per dare inizio a quella che sarà la grande storia di Roma, passando poi per i Messapi e i Romani.
E’ stata una Terra particolarmente esposta ad attacchi nemici, come dimostrano le numerose torri che ancora possiamo osservare percorrendo la costa, sia sullo Ionio che sull’Adriatico.
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IL CENTRO STORICOLuogo di fede è il Santuario di Santa Maria di Leuca, ma di una religiosità molto più antica che ha le radici in età messapica e forse anche prima, come attesta il grande altare all’interno della Grotta Porcinara. Luogo di passaggio e di rifugio per i tanti cristiani e per i monaci provenienti dall’Oriente che seguendo quella che viene chiamata la “via dei pellegrini”, verso nord, lasciarono però importanti tracce, come insediamenti rupestri, cripte e chiese.
La Basilica di Santa Maria de finibus terrae viene costruita nell’aspetto attuale a scopo difensivo tra il 1720 e il 1755 per volere di monsignor Giovanelli Giannelli, dopo aver subito nel tempo numerosi attacchi e razzie. La facciata presenta infatti il tipico stile austero delle architetture militari e tale doveva sembrare a chi giungesse dal mare. Tale facciata nasconde all’interno quella più antica con un portale del ‘500-‘600.
La chiesa, a croce latina ed unica navata, presenta un grande atrio rettangolare collegato con delle scale al Palazzo Vescovile. A destra vi è un altare pagano, mentre a sinistra è collocata una lapide in bronzo che racconta di un incrociatore morto in mare nei pressi di Santa Maria di Leuca. Lo stile interno è molto sobrio; sopra l’altare maggiore è collocata un’immagine della Vergine. Gli altri sei altari sono intitolati a San Francesco da Paola, San Giovanni Labre, La Sacra famiglia, l’Annunziata, San Pietro e San Giovanni Nepomuceno. Al termine della navata è il pulpito in pietra con lo stemma del vescovo Giannelli e la rappresentazione di una scena del crollo del tempio mentre appariva San Pietro.
Davanti alla chiesa è possibile osservare il faro, alto 47 m, ed una croce in carparo dell’anno del Giubileo del 1900. Nel piazzale troviamo due colonne: una è simbolo dell’acquedotto pugliese, mentre l’altra, con capitello corinzio, ricorda la predicazione di San Pietro.