STORIA
La Chiesa di Sant’Irene viene costruita a Lecce alla fine del Cinquecento dall’ordine religioso dei Teatini. La Santa era particolarmente venerata in città in quanto patrona, ed era anche venerata in una cappella collocata nel palazzo del governatore in Piazza Sant’Oronzo (alle spalle del Sedile). Pur essendo patrona dal 1400 per aver salvato la città da un terremoto, Sant’Irene non ebbe fino a questo momento una vera e propria chiesa come luogo di culto.
Per la costruzione si ebbero i finanziamenti di numerosi benefattori privati e dello stesso sindaco della città di allora, Vincenzo Bozzicorso. I Teatini, che erano arrivati a Lecce da pochi anni, costruirono la chiesa e la dedicarono a Sant’Irene per ingraziarsi i Leccesi.
Per sottolineare il suo ruolo di patrona la chiesa viene collocata in un punto particolare della città: si narra infatti che l’architetto, Francesco Grimaldi, sacerdote teatino, salì sulla torre di avvistamento collocata in Piazza Duomo dove oggi sorge il Campanile, e scelse questo luogo in quanto “in umbelico civitatis”, perfettamente al centro della città.
ESTERNO
Il prospetto è semplice ed elegante, come tipico dell’architettura propria della Controriforma, non gronda ghirigori di alcun genere. Sul portale, affiancato da due colonne scanalate, in una lunetta, la statua settecentesca di Sant’Irene realizzata da Mauro Manieri, lì collocata nel 1717, originariamente dipinta di color del bronzo. Sopra, sulla trabeazione, all’inizio del secondo ordine, la lupa sotto un albero di leccio coronato, simbolo della città.
INTERNO
L’impianto è a croce latina e ad una sola navata, ritmata da lesene scanalate corinzie. Sei sono le cappelle con altare, tre per lato, coperte da cupolette ellittiche. Gli altari sono ricchissimi di decorazioni barocche con colonne tortili, angioletti, fiori, frutta etc.
Nella navata troviamo l’altare di S. Carlo Borromeo, di S. Stefano, di S. Gregorio, delle Anime del Purgatorio, del Vergine del Buon Consiglio, realizzato nel 1687 probabilmente da Giuseppe Cino per la cappella del Sacramento e del Crocifisso in Cattedrale, e qui collocato nel 1780, dell’Angelo Custode e di S. Andrea Avellino (nel braccio destro del transetto) e (nel braccio opposto) della Sacra Famiglia, eretto nel 1672.
Di particolare interesse è la cappella dedicata a Sant’Irene, costruita nel 1652 a spese della città. Al centro dell’altare vi era una tela di Giuseppe Verrio rappresentante la Santa, collocata poi nel presbiterio per lasciare in vista la serie di busti lignei reliquiari dei Santi collocati nelle tre file di nicchiette. L’altare è sormontato dalla statua in pietra di Sant’Irene, rappresentata con la città di Lecce in mano, mentre ai lati sono collocati S. Giusto e S. Oronzo, ai tempi compatroni della città.
Alle spalle dell’altare maggiore il Trasporto dell’Arca Santa (1758), una grande tela di Oronzo Tiso del 1758 ritenuta dai critici una delle più mature e interessanti opere del pittore.
La torre quadrata a due ordini del Campanile risale al XVII secolo, in cui si possono notare le punte lanceolate inserite nel fregio, che richiamano il gusto ornamentale di Giuseppe Zimbalo.
CURIOSITA’: il Nome Irene significa “Pace”, la pace che lei permise con il suo martirio, salvando i cristiani dalla persecuzione.
Sulla vita della Santa non abbiamo molte certezze ma si dice fosse figlia di Licinio (LIcinius) e nipote di Costantino.
Data la sua bellezza, pare che il padre per gelosia, la rinchiuse in una torre e da quel momento si verificarono dei miracoli.
Proprio a causa di uno di questi, ossia la resurrezione del padre grazie alle sue preghiere, che provocarono la conversione di massa al cristianesimo, subì una morte tragica con la tortura e decapitazione.

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STORIA
La Chiesa di Sant’Irene viene costruita a Lecce alla fine del Cinquecento dall’ordine religioso dei Teatini. La Santa era particolarmente venerata in città in quanto patrona, ed era anche venerata in una cappella collocata nel palazzo del governatore in Piazza Sant’Oronzo (alle spalle del Sedile). Pur essendo patrona dal 1400 per aver salvato la città da un terremoto, Sant’Irene non ebbe fino a questo momento una vera e propria chiesa come luogo di culto.
Per la costruzione si ebbero i finanziamenti di numerosi benefattori privati e dello stesso sindaco della città di allora, Vincenzo Bozzicorso. I Teatini, che erano arrivati a Lecce da pochi anni, costruirono la chiesa e la dedicarono a Sant’Irene per ingraziarsi i Leccesi.
Per sottolineare il suo ruolo di patrona la chiesa viene collocata in un punto particolare della città: si narra infatti che l’architetto, Francesco Grimaldi, sacerdote teatino, salì sulla torre di avvistamento collocata in Piazza Duomo dove oggi sorge il Campanile, e scelse questo luogo in quanto “in umbelico civitatis”, perfettamente al centro della città.
ESTERNO
Il prospetto è semplice ed elegante, come tipico dell’architettura propria della Controriforma, non gronda ghirigori di alcun genere. Sul portale, affiancato da due colonne scanalate, in una lunetta, la statua settecentesca di Sant’Irene realizzata da Mauro Manieri, lì collocata nel 1717, originariamente dipinta di color del bronzo. Sopra, sulla trabeazione, all’inizio del secondo ordine, la lupa sotto un albero di leccio coronato, simbolo della città.
INTERNO
L’impianto è a croce latina e ad una sola navata, ritmata da lesene scanalate corinzie. Sei sono le cappelle con altare, tre per lato, coperte da cupolette ellittiche. Gli altari sono ricchissimi di decorazioni barocche con colonne tortili, angioletti, fiori, frutta etc.
Nella navata troviamo l’altare di S. Carlo Borromeo, di S. Stefano, di S. Gregorio, delle Anime del Purgatorio, del Vergine del Buon Consiglio, realizzato nel 1687 probabilmente da Giuseppe Cino per la cappella del Sacramento e del Crocifisso in Cattedrale, e qui collocato nel 1780, dell’Angelo Custode e di S. Andrea Avellino (nel braccio destro del transetto) e (nel braccio opposto) della Sacra Famiglia, eretto nel 1672.
Di particolare interesse è la cappella dedicata a Sant’Irene, costruita nel 1652 a spese della città. Al centro dell’altare vi era una tela di Giuseppe Verrio rappresentante la Santa, collocata poi nel presbiterio per lasciare in vista la serie di busti lignei reliquiari dei Santi collocati nelle tre file di nicchiette. L’altare è sormontato dalla statua in pietra di Sant’Irene, rappresentata con la città di Lecce in mano, mentre ai lati sono collocati S. Giusto e S. Oronzo, ai tempi compatroni della città.
Alle spalle dell’altare maggiore il Trasporto dell’Arca Santa (1758), una grande tela di Oronzo Tiso del 1758 ritenuta dai critici una delle più mature e interessanti opere del pittore.
La torre quadrata a due ordini del Campanile risale al XVII secolo, in cui si possono notare le punte lanceolate inserite nel fregio, che richiamano il gusto ornamentale di Giuseppe Zimbalo.
CURIOSITA’: il Nome Irene significa “Pace”, la pace che lei permise con il suo martirio, salvando i cristiani dalla persecuzione.
Sulla vita della Santa non abbiamo molte certezze ma si dice fosse figlia di Licinio (LIcinius) e nipote di Costantino.
Data la sua bellezza, pare che il padre per gelosia, la rinchiuse in una torre e da quel momento si verificarono dei miracoli.
Proprio a causa di uno di questi, ossia la resurrezione del padre grazie alle sue preghiere, che provocarono la conversione di massa al cristianesimo, subì una morte tragica con la tortura e decapitazione.