Nella campagna tra Minervino di Lecce e Giuggianello, in mezzo agli uliveti, ci si può imbattere in grandi massi, quasi sospesi su un piccolo sostegno di pietre e terra. Le antiche tradizioni sostengono che questi massi siano stati messi qui dai giganti, tanto sono grandi e pesanti. Si tratta in realtà dell’opera del dilavamento marino nel corso dei millenni.
Poco conosciuti oggi non solo dai turisti ma anche dai locali, queste misteriose formazioni naturali erano invece già note nel mondo antico. È Aristotele a darci interessanti informazioni: i Greci infatti pensavano che questi massi fossero in realtà le armi utilizzate da Ercole nella lotta contro i Giganti. Questo combattimento sarebbe avvenuto nel Capo Iapigio e in particolare nella zona di Santa Cesarea Terme. I massi lanciati da Ercole sarebbero arrivati nella zona di Giuggianello, mentre i Giganti sconfitti, lanciati nel mare, avrebbero dato origine alle acque sulfuree che fanno oggi di Santa Cesarea un’importante meta turistica.Masso della Vecchia a Giuggianello Ad Ercole ci riporta anche il nome di uno di questi massi, detto “Il piede di Ercole” per la sua strana conformazione che sembra riprodurre proprio il piede del grande eroe mitologico.
Ma i più famosi sono due massi che la tradizione popolare ha legato alla “vecchia”: “Lu furticiddu de la vecchia de lu Nanni” e “Lu lettu de la vecchia”. Si tratta di una vecchia strega, moglie dell’orco Nanni, che filando con il fuso (lu furticiddu appunto) pronunciava, al sorgere del sole, i suoi vaticini sul mondo agricolo, decidendone le sorti. La strega appariva così sul primo masso, mentre il secondo sarebbe il giaciglio su cui lei riposava.
Altri racconti popolari sostengono che la strega sia custode di un tesoro costituito da una chioccia con sette pulcini d’oro: il giorno di San Giovanni, il 24 giugno, all’alba, rivolgendosi alla vecchia ella porrà tre domande a cui è necessario rispondere senza esitazione e non distogliendo mai il proprio sguardo. Chi risponderà bene avrà il tesoro, altrimenti si verrà trasformati in pietra. Come arrivare: bisogna percorrere la via rurale “Sferracavalli” che collega Giuggianello con Quattro Macine. Si arriva così in contrada “Visilie” e da qua nel fondo “Tenenti” dove i massi sono ubicati.
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