Ma Lecce è anche città archeologica che restituisce tracce delle antiche popolazioni che si sono susseguite nel Salento: dalle mura agli ipogei della città messapica alle grandi opere romane come il Teatro e l’Anfiteatro in Piazza Sant’Oronzo.
Dopo la caduta dell’Impero Romano la città subisce un lento declino, diventando Otranto la città più importante del Salento per tutta l’età bizantina. I Normanni daranno nuovo lustro alla città con la costruzione di palazzi, complessi religiosi, come la Chiesa di San Giovanni Evangelista e il Complesso dei Ss. Nicolò e Cataldo. Della dominazione sveva e angioina poche tracce sono rimaste, come la Torre del Parco e quella di Belloluogo.
Dobbiamo arrivare al 1500 per ritrovare grandi monumenti di età rinascimentale. È in questo periodo che Carlo V fa ricostruire il Castello di Lecce e le mura di fortificazione e viene dato un nuovo impulso edilizio anche a livello religioso e residenziale con la costruzione di palazzi e chiese. La prima fase della Basilica di Santa Croce, gioiello del Barocco leccese, risale infatti a questo periodo, così come la Chiesa di Sant’Irene.
Arriviamo così al Barocco leccese: la città assume un nuovo volto. Palazzi, chiese, conventi vengono ricostruiti o rimodellarti secondo i nuovi canoni stilistici ed ovunque si iniziano a vedere stemmi, armi araldiche che indicano chiaramente i committenti di tale fervore edilizio. Piazza Duomo viene totalmente rimodellata con la costruzione di una nuova Cattedrale, del Campanile e del Palazzo del Seminario e si continuerà nel Settecento quando viene ricostruito l’Episcopio e si dà, con i Propilei, un ingresso monumentale alla Piazza. Sorgono in città nuove strutture religiose, come la Chiesa di San Matteo, di Santa Chiara o ancora, su via Libertini, la Chiesa del Rosario, di Sant’Anna e di Santa Teresa. Ed è nel 1600 che viene dato alla Basilica di Santa Croce l’aspetto attuale, che meraviglia chiunque vi si trovi davanti.