LA CHIESA DI SAN MATTEO

LA CHIESA DI SAN MATTEO

La chiesa di San Matteo è particolarmente importante nel panorama leccese per la sua facciata, che, con la linea curva del prospetto, in parte concavo, in parte convesso, si differenzia dai canoni del Barocco leccese, richiamando invece il barocco romano del Borromini ed in particolare la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. Progettista del tempio fu Achille Larducci, architetto proveniente dall’ambiente lombardo, al quale il vescovo Pappacoda commissionò la fabbrica che fu realizzata tra il 1667 e il 1700, nell’area di un preesistente convento di Terziarie Francescane (XV secolo). Probabilmente i lavori furono ultimati da Giuseppe Zimbalo a causa della morte dell’architetto lombardo. Il prospetto è convesso al piano inferiore, concavo al secondo, il fastigio, in mezzo a pinnacoli, si innalza verso il cielo. Non si ritrovano qui le ridondanze decorative delle facciate della gran parte delle chiese cittadine: un portale piuttosto ampio sul quale è posta una trabeazione con sopra una nicchia vuota e, più in alto, lo stemma dell’Ordine dei Francescani. Il secondo ordine, convesso, ha al centro una trifora, sulla quale corrono decorazioni con pigne e fiori. L’interno è a pianta unica ellittica, con le pareti laterali scandite da brevi cappelle con altari, generalmente attribuiti al Cino e alla sua bottega. Al piano superiore si aprono 10 bifore una volta protette da grate, dietro le quali le religiose assistevano alle funzioni. Quello maggiore è sicuramente opera di Giuseppe Cino (1684), con al centro la statua lignea di San Matteo realizzata alla fine del Seicento da Gaetano Patalano (1691). Intorno alla navata si ergono, su un piedistallo, le dodici statue degli apostoli, opere di Placido Buffelli di Alessano (1691-1692). Di non poco conto le numerose tele, alcune di Serafino Elmo (S. Oronzo, Sacra Famiglia, S. Anna con Maria bambina), che sono inserite su diversi altari. Una Pietà in legno, lavoro veneto databile fra il XV e il XVI secolo, orna il 5° altare a sinistra. Due coppie di santi scolpiti in pietra locale forse da Mauro Manieri nei riquadri degli altari (II a destra e III a sinistra). La chiesa presenta un soffitto ligneo rimosso ai primi del secolo per far posto a quello attuale in cemento. La Chiesa è conosciuta dai locali anche come Santa Maria della Luce. Questo titolo parrocchiale fu qui trasferito nel 1812, insieme ad un bellissimo affresco raffigurante la Vergine col Bambino, proveniente da una chiesa diroccata fuori dalle mura e oggi collocato nella cappella alla sinistra dell’altare maggiore.

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