IL BAROCCO LECCESE

Dal XVI secolo Lecce diventa sede di istituzioni culturali, fervido centro commerciale e importante centro religioso. Dal punto di vista architettonico e artistico la città cambia il suo volto, vengono costruite chiese e conventi, ponendo le basi per il grande sviluppo che si avrà nel secolo seguente, dando vita al Barocco leccese.
Tramite la grandezza architettonica e la sovrabbondanza decorativa, aristocratici e ricchi borghesi dimostrano il proprio potere e la propria posizione sociale e politica. Questo fenomeno porta ad un periodo di fervore edilizio, che non riguarda solo le architetture religiose, ma anche quelle residenziali e civili, dove vediamo ancora oggi stemmi, iscrizioni dedicatorie, simboli araldici che testimoniano chiaramente l’appartenenza dell’opera al committente.

 

Personaggi Simbolo del Barocco

Committenti privati e pubblici, come i grandi vescovi di Lecce, dal Pappacoda al Pignatelli, grandi artisti, da Gabriele Riccardi a Giuseppe Zimbalo, passando per Francesco Antonio Zimbalo, Cesare Penna, Giuseppe Cino e, nel Settecento, Mauro ed Emanuele Manieri. Ma anche grandi pittori, Gianserio Strafella, Domenico Catalano e Giovanni Andrea Coppola, Oronzo Tiso e Antonio Verrio.

 

La Pietra Leccese

Materia prima che tanto abbonda in questo territorio, la pietra leccese è una pietra tenera, morbida, con un candido colore che va dal giallo al rosato. Un tipo di pietra che ha permesso agli artisti di eseguire quelle decorazioni, angeli, fiori, frutti, tralci vegetali, che si intersecano nelle facciate delle chiese, nei particolari decorativi, e che rende il barocco leccese qualcosa di totalmente peculiare. E dove manca la pietra leccese è il carparo, altra pietra locale, più dura, più porosa, a decorare gli spazi, aiutata dagli stucchi che riproducono le dettagliate decorazioni della pietra leccese.

 

Barocco Salentino

Il Barocco è un fenomeno che ha coinvolto anche altri centri del Salento, come Galatina, con la costruzione della Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, o Galatone, con quella del Crocifisso e ancora Nardò, nella Chiesa di San Domenico. Altri importanti esemplari sono la chiesa di Sant’Agata a Gallipoli e quella del Carmine, con il Convento degli Agostiniani, a Melpignano.

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