CASTELLI E TORRI COSTIERE DEL SALENTO

CASTELLI E TORRI COSTIERE DEL SALENTO

Già in epoca messapica la difesa delle città era uno dei problemi principali la cui soluzione veniva affidata a possenti mura poste intorno ai centri abitati. Sistemi di difesa furono improntati soprattutto dopo la caduta del dominio romano e, in seguito al declino del potere bizantino nel Mediterraneo, quest’ultimo aveva lasciato disseminate sul territorio opere di difesa e di avvistamento che caratterizzavano soprattutto il paesaggio rurale.
Durante la dominazione normanno-sveva il Salento partecipò a un più vasto disegno difensivo voluto da Federico II. Il progetto era basato in particolare sul castello che doveva assolvere la funzione di controllo delle città. Spesso si possono leggere nelle strutture giunte fino a noi riferimenti ad epoche precedenti, segno della continuità nella scelta dei siti per la strategia difensiva. I castelli normanni di Gallipoli e Castro, ad esempio, conservano elementi delle strutture difensive di epoca bizantina che hanno fatto da punto di partenza per la nuova costruzione. Con gli Angioini e poi con gli Aragonesi, il sistema di difesa si concentrò soprattutto lungo la fascia costiera per volere, però, dei singoli feudatari che avevano interesse a preservare le proprie terre dagli attacchi esterni, è questo infatti il periodo in cui si intensificarono le scorrerie di popoli provenienti dal mare, in particolare dei Turchi. Con la dominazione spagnola, il Salento viene sempre più identificato come “terra di frontiera”, è questa l’epoca in cui vengono costruite la maggior parte delle strutture difensive che sono giunte fino a noi: torri di avvistamento, castelli, porti. A Lecce, Carlo V dispose la costruzione di nuove mura e il rifacimento del Castello in una logica di riorganizzazione delle opere di difesa che coinvolse comunque tutta la Terra d’Otranto.

I CASTELLI
Nel Salento sono presenti numerosi castelli e strutture difensive che possono essere ammirati non solo nei centri abitati, ma anche nelle campagne o nei pressi del mare. Risalgono quasi tutti al periodo rinascimentale (XV e XVI secolo) e ricoprivano un ruolo di difesa dalle continue invasioni ad opera di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Saraceni.
Tra gli esempi più importanti dell’architettura militare del ‘500 ricordiamo il Castello Carlo V di Lecce — leggi l’articolo e quello della suggestiva città fortificata di Acaya (Vernole).
Degna di nota è anche la grandiosa fortezza di Otranto, ricostruita subito dopo l’assedio turco del 1480, che replica lo schema tipologico aragonese, con impianto quadrangolare organizzato su una piazza d’armi rafforzata agli angoli da quattro torrioni scarpati.
Anche il castello di Castro si erge sul mare e lo domina dall’abitato, ma è organicamente connesso alla cinta muraria difensiva risalente alla seconda metà del Cinquecento.
I castelli di Otranto e di Castro, posti tra Brindisi e Leuca a controllo del Canale d’Otranto, costituiscono i capisaldi del sistema difensivo costiero, basato sulle torri e su una seconda cintura di fortificazioni posta a pochi chilometri dalla costa, come il castello di Roca Vecchia, e i castelli di Acaya (1506-36), Acquarica di Lecce (1549), Borgagne (1497), Melendugno (1550 circa), Andrano (1540 circa), Caprarica del Capo (1524), Tricase e Montesardo. Sulla costa ionica invece il presidio più importante è il castello di Gallipoli: di origini bizantine, fu quasi completamente ricostruito in periodo aragonese e alla fine del Quattrocento fu munito del Rivellino, eretto su progetto di Francesco di Giorgio Martini.
In corrispondenza di questo tratto di costa i castelli sono spostati notevolmente più all’interno, come il castello di Copertino, progettato dall’architetto Evaristo Menga nel 1540, che per primo adottò in modo organico il moderno fronte bastionato, già impiegato parzialmente nel castello e nella cinta fortificata del castello di Acaya. Tutti gli altri castelli ionici (Galatone, Parabita, Matino, Racale, Felline, Morciano, Giuliano etc.) sono più propriamente castelli di terra.
A Corigliano d’Otranto è presente un altro castello dalla straordinaria bellezza artistica, edificato durante il periodo medievale. In tutto il Salento è possibile ammirare castelli di particolare pregio come ad Alessano, Morciano di Leuca, Acquarica del Capo, Borgagne, Caprarica, Casarano, Felline, Galatone, Giuliano, Castrignano del Capo, Cavallino, Corsano, Neviano, Palmariggi, Parabita, Vaste, Presicce, Salve, Racale, Sanarica, Roca Vecchia, Ruffano, S. Cesario, Specchia, Sternatia, Ugento, Tutino, Supersano, Tricase, Taurisano, Tuglie.

LE TORRI
Nei decenni centrali del Cinquecento la rinnovata pressione turca sulle coste meridionali spinse i viceré di Napoli a costruire lungo il litorale un cordone ininterrotto di torri di avvistamento, in gran parte completato negli anni Sessanta dello stesso secolo. Alcune torri costiere sono state recentemente restaurate e si conservano oggi come nel passato, ma altre versano in uno stato di totale abbandono.
Le torri costiere costituivano un sistema di avvistamento che consentiva di approntare difese di emergenza in occasione di incursioni dal mare. La torre più arcaica si trova a Leverano, costruita nel 1200. Del XIV secolo è la torre cilindrica di Belloluogo a Lecce. Ben presto la torre, da avamposto difensivo, si trasforma in “belvedere”, per la vicinanza del parco. Sul finire del Trecento è arricchita da una piccola cappella affrescata situata al primo piano.

Delle 58 torri, gran parte sono a pianta quadrata con basamento scarpato e struttura dotata di feritoie e caditoie, altre cilindriche (una tipologia più antica che compare nella torre di Santa Cesarea, in torre Miggiano, torre di Capo Lupo, torre di Andrano, torre Pizzo), altre ancora assomigliano a piccoli castelli costieri, come il demolito castello di San Cataldo, la torre del Fiume alla marina di Nardò detta anche le “Quattro Colonne”, o l’imponente torre di Porto Cesareo che conserva il ponte levatoio di accesso al piano elevato perché, per ragioni di sicurezza, il piano terra non aveva uscite. A completare il sistema di difesa e controllo del territorio furono chiamate le preesistenti torri medievali, come la Torre del Serpe a sud di Otranto, ma soprattutto i castelli costieri che già a partire dalla seconda metà del Quattrocento erano stati ristrutturati e adeguati alle tecniche e invenzioni belliche più moderne.
Da ricordare sono anche torre Specchiolla, a base quadrata, e torre Chianca, di forma circolare edificata nel 1569. E ancora torre di Roca Vecchia, torre Santo Stefano, torre Sant’Emiliano e le torri di Alessano, Diso, Andrano e Tricase.

Photo Credit @Bruno Barillari

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Già in epoca messapica la difesa delle città era uno dei problemi principali la cui soluzione veniva affidata a possenti mura poste intorno ai centri abitati. Sistemi di difesa furono improntati soprattutto dopo la caduta del dominio romano e, in seguito al declino del potere bizantino nel Mediterraneo, quest’ultimo aveva lasciato disseminate sul territorio opere di difesa e di avvistamento che caratterizzavano soprattutto il paesaggio rurale.
Durante la dominazione normanno-sveva il Salento partecipò a un più vasto disegno difensivo voluto da Federico II. Il progetto era basato in particolare sul castello che doveva assolvere la funzione di controllo delle città. Spesso si possono leggere nelle strutture giunte fino a noi riferimenti ad epoche precedenti, segno della continuità nella scelta dei siti per la strategia difensiva. I castelli normanni di Gallipoli e Castro, ad esempio, conservano elementi delle strutture difensive di epoca bizantina che hanno fatto da punto di partenza per la nuova costruzione. Con gli Angioini e poi con gli Aragonesi, il sistema di difesa si concentrò soprattutto lungo la fascia costiera per volere, però, dei singoli feudatari che avevano interesse a preservare le proprie terre dagli attacchi esterni, è questo infatti il periodo in cui si intensificarono le scorrerie di popoli provenienti dal mare, in particolare dei Turchi. Con la dominazione spagnola, il Salento viene sempre più identificato come “terra di frontiera”, è questa l’epoca in cui vengono costruite la maggior parte delle strutture difensive che sono giunte fino a noi: torri di avvistamento, castelli, porti. A Lecce, Carlo V dispose la costruzione di nuove mura e il rifacimento del Castello in una logica di riorganizzazione delle opere di difesa che coinvolse comunque tutta la Terra d’Otranto.

I CASTELLI
Nel Salento sono presenti numerosi castelli e strutture difensive che possono essere ammirati non solo nei centri abitati, ma anche nelle campagne o nei pressi del mare. Risalgono quasi tutti al periodo rinascimentale (XV e XVI secolo) e ricoprivano un ruolo di difesa dalle continue invasioni ad opera di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Saraceni.
Tra gli esempi più importanti dell’architettura militare del ‘500 ricordiamo il Castello Carlo V di Lecce — leggi l’articolo e quello della suggestiva città fortificata di Acaya (Vernole).
Degna di nota è anche la grandiosa fortezza di Otranto, ricostruita subito dopo l’assedio turco del 1480, che replica lo schema tipologico aragonese, con impianto quadrangolare organizzato su una piazza d’armi rafforzata agli angoli da quattro torrioni scarpati.
Anche il castello di Castro si erge sul mare e lo domina dall’abitato, ma è organicamente connesso alla cinta muraria difensiva risalente alla seconda metà del Cinquecento.
I castelli di Otranto e di Castro, posti tra Brindisi e Leuca a controllo del Canale d’Otranto, costituiscono i capisaldi del sistema difensivo costiero, basato sulle torri e su una seconda cintura di fortificazioni posta a pochi chilometri dalla costa, come il castello di Roca Vecchia, e i castelli di Acaya (1506-36), Acquarica di Lecce (1549), Borgagne (1497), Melendugno (1550 circa), Andrano (1540 circa), Caprarica del Capo (1524), Tricase e Montesardo. Sulla costa ionica invece il presidio più importante è il castello di Gallipoli: di origini bizantine, fu quasi completamente ricostruito in periodo aragonese e alla fine del Quattrocento fu munito del Rivellino, eretto su progetto di Francesco di Giorgio Martini.
In corrispondenza di questo tratto di costa i castelli sono spostati notevolmente più all’interno, come il castello di Copertino, progettato dall’architetto Evaristo Menga nel 1540, che per primo adottò in modo organico il moderno fronte bastionato, già impiegato parzialmente nel castello e nella cinta fortificata del castello di Acaya. Tutti gli altri castelli ionici (Galatone, Parabita, Matino, Racale, Felline, Morciano, Giuliano etc.) sono più propriamente castelli di terra.
A Corigliano d’Otranto è presente un altro castello dalla straordinaria bellezza artistica, edificato durante il periodo medievale. In tutto il Salento è possibile ammirare castelli di particolare pregio come ad Alessano, Morciano di Leuca, Acquarica del Capo, Borgagne, Caprarica, Casarano, Felline, Galatone, Giuliano, Castrignano del Capo, Cavallino, Corsano, Neviano, Palmariggi, Parabita, Vaste, Presicce, Salve, Racale, Sanarica, Roca Vecchia, Ruffano, S. Cesario, Specchia, Sternatia, Ugento, Tutino, Supersano, Tricase, Taurisano, Tuglie.

LE TORRI
Nei decenni centrali del Cinquecento la rinnovata pressione turca sulle coste meridionali spinse i viceré di Napoli a costruire lungo il litorale un cordone ininterrotto di torri di avvistamento, in gran parte completato negli anni Sessanta dello stesso secolo. Alcune torri costiere sono state recentemente restaurate e si conservano oggi come nel passato, ma altre versano in uno stato di totale abbandono.
Le torri costiere costituivano un sistema di avvistamento che consentiva di approntare difese di emergenza in occasione di incursioni dal mare. La torre più arcaica si trova a Leverano, costruita nel 1200. Del XIV secolo è la torre cilindrica di Belloluogo a Lecce. Ben presto la torre, da avamposto difensivo, si trasforma in “belvedere”, per la vicinanza del parco. Sul finire del Trecento è arricchita da una piccola cappella affrescata situata al primo piano.

Delle 58 torri, gran parte sono a pianta quadrata con basamento scarpato e struttura dotata di feritoie e caditoie, altre cilindriche (una tipologia più antica che compare nella torre di Santa Cesarea, in torre Miggiano, torre di Capo Lupo, torre di Andrano, torre Pizzo), altre ancora assomigliano a piccoli castelli costieri, come il demolito castello di San Cataldo, la torre del Fiume alla marina di Nardò detta anche le “Quattro Colonne”, o l’imponente torre di Porto Cesareo che conserva il ponte levatoio di accesso al piano elevato perché, per ragioni di sicurezza, il piano terra non aveva uscite. A completare il sistema di difesa e controllo del territorio furono chiamate le preesistenti torri medievali, come la Torre del Serpe a sud di Otranto, ma soprattutto i castelli costieri che già a partire dalla seconda metà del Quattrocento erano stati ristrutturati e adeguati alle tecniche e invenzioni belliche più moderne.
Da ricordare sono anche torre Specchiolla, a base quadrata, e torre Chianca, di forma circolare edificata nel 1569. E ancora torre di Roca Vecchia, torre Santo Stefano, torre Sant’Emiliano e le torri di Alessano, Diso, Andrano e Tricase.

Photo Credit @Bruno Barillari

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