LA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

LA BASILICA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA A GALATINA

Una delle tappe imperdibili di un viaggio in Salento è la visita presso la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina leggi l’articolo sulla città

In questo luogo si resta senza fiato, in silenzio, ammirando i tantissimi affreschi trecenteschi che decorano interamente l’interno della Basilica.

Si racconta che Raimondo del Balzo fece ampliare una cappella preesistente con la costruzione di una chiesa a sistema longitudinale con cappelle perimetrali. Fu poi il nipote, Raimondello (dal 1385 conte di Lecce in seguito al matrimonio con Maria d’Enghien, e dal 1399 Principe di Taranto) che ultimò l’ampliamento della chiesa, i cui lavori si protraggono dal 1383-85 al 1391, come ex voto per il ritorno vittorioso dalla Terra Santa, avendo riportato una reliquia della Santa. A questo periodo va ascritta la realizzazione delle navate laterali e l’aggiunta della terza campata della basilica.
Alla morte di Raimondello (1406) i lavori sono portati avanti dalla vedova Maria d’Enghien, divenuta nel frattempo regina di Napoli, d’Ungheria e di Gerusalemme per aver sposato il re Ladislao di Durazzo, alla quale si deve la decorazione ad affresco dell’interno ed il cenotafio. Al marito, Giovanni Antonio, si attribuisce la tribuna che chiude la basilica (1440 -1460) e il coro a base ottagonale con volta costolanata ad ombrello. Nel 1494 la basilica viene affidata agli Olivetani di Monte Oliveto, presso Siena. A questo periodo vanno ascritti gli altari laterali di San Benedetto e di Santa Caterina, di chiara matrice rinascimentale. Nel 1600 i padri riformati, prendendo possesso del complesso, costruiscono il nuovo convento addossato alla navata di sinistra della chiesa e il quadriportico al piano terra, che verrà affrescato dal frate Giuseppe da Gravina, che appone la sua firma sul primo pannello a sinistra.
Arte romanica e gotico-francescana si intrecciano ad una decorazione non priva di reminiscenze barocche, come si nota nei rilievi scavati dal trapano, opere locali, ma eredi del patrimonio artistico e culturali dell’Oriente latino.
La facciata è tricuspidata con coronamento ad archetti e portali architravati. Al centro il portale è fiancheggiato da colonne su leoni con mensole zoomorfe.
Sull’architrave del portone centrale vi è il bassorilievo di Gesù tra i dodici Apostoli. Al centro il magnifico rosone che illumina l’interno.
All’interno la basilica presenta uno schema longitudinale a tre navate, la centrale con volte a
crociera costolonate sostenute da pilastri polistici, mentre le laterali, così come gli ambulacri, presentano volte a botte ogivali. Il coro ottagonale è sormontato da una cupola ombrelliforme.
Nel muro di fondo vi è il monumento sepolcrale di Giovanni Antonio Orsini, attribuito allo scultore galatinese Nuzzo Barba.
L’elemento di maggiore importanza artistica all’interno della basilica sono i cicli di affreschi che decorano le pareti, eseguiti nella prima metà del Quattrocento da artisti della scuola giottesca, purtroppo anonimi, provenienti dalle Marche e dall’Umbria.
A partire dalla controfacciata, sulle pareti e le volte della navata centrale, è possibile osservare Storie dell’Apocalisse, della Genesi e della Vita di Cristo, mentre sulle pareti del presbiterio sono collocate raffigurazioni riguardanti la Vita di Santa Caterina ed i Dottori della Chiesa sulle volte.
La decorazione è completata da Teste di Santi nei sotto archi di passaggio alle navate laterali e Storie della vita di Maria tratte dai Vangeli Apocrifi nella navata destra esterna.
Degno di nota è anche il tabernacolo di Fra Giuseppe da Soleto e l’armadio-reliquiario, entrambi collocabili tra il XVII e il XVIII secolo.

IL MUSEO DELLA BASILICA
Il Museo ha sede presso l’ex-refettorio della Basilica. Il “Tesoro” fu probabilmente donato dal fondatore della Basilica, Raimondello Orsini, che portò opere e reliquie dall’Oriente. Il nucleo più antico del museo risale infatti al XIII secolo. Di notevole importanza il reliquario del dito di Santa Caterina d’Alessandria.

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